“Quella era proprio una caldissima primavera. Il sole splendeva sempre forte lassù in alto nel cielo. Il suo calore era così intenso che gli uomini ormai erano convinti che avesse confuso la Primavera con l’Estate! La terra mostrava delle lunghe crepe, ed era diventata dura come una pietra.
In mezzo al prato, vicino al grande albero, un Tulipano si era piegato come se stesse per raccogliere qualcosa… ma i tulipani sono fiori, e i fiori cosa raccolgono? Niente! Il povero Tulipano si era piegato perché non ce la faceva più a stare bello dritto. La calura per lui era insopportabile e aveva tanta sete che si sarebbe bevuto un intero ruscello d’acqua! Ma il ruscello lì non c’era, ed il Tulipano non ce la faceva più.
Guardò in basso e vide tutta l’erba intorno a sé. Anche lei era piegata, ma lui provò a chiedere lo stesso: “Cara sorella erba, avresti un po’ d’acqua da darmi? Ho tanta sete e non ne posso più, ti prego, aiutami tu!” Ma l’erba rispose: “Amico mio, non vedi che ho sete anch’io? L’acqua manca anche a me: come potrei darne a te?”
Fu allora che il Tulipano vide passare una formichina, e chiese anche a lei: “Cara sorella formichina, avresti un po’ d’acqua da darmi? Ho tanta sete e non ne posso più, ti prego, aiutami tu!” E la formica rispose: “Amico mio, non vedi che ho sete anch’io? L’acqua manca anche a me: come potrei darne a te?”.
Il Tulipano sentiva che gli restavano ancora poche forze. Guardò lontano e vide degli uomini avvicinarsi in bicicletta lungo la stradina. Voleva chiedere dell’acqua, ma sapeva che non avrebbero sentito la sua voce.
Sentì poi un uccellino cinguettare tra i rami del grande albero, e chiese a lui: “Caro fratello uccellino, avresti un po’ d’acqua da darmi? Ho tanta sete e non ne posso più, ti prego, aiutami tu!” Ma l’uccellino gli rispose: “Amico mio, non vedi che ho sete anch’io? La poca acqua che trovo basta appena per me: come potrei darne a te?”.
Il Tulipano aveva perso le speranze. Guardò ancora l’erba intorno a sé, la stradina e il grande albero. Non ce la faceva più a stare in piedi, e si buttò per terra sfinito.
Fu allora che, guardando il cielo, si accorse di una macchia bianca vicino al sole. La fissò con lo sguardo e lei gli sorrise. “E tu chi sei?” chiese. “Sono una nuvola” gli rispose. “Cosa ci fai lassù vicino a sole? Non hai paura di bruciarti?” “No caro amico, mi ha mandato qui il vento, e porto con me tante goccioline curioselle, vuoi conoscerle?”. “Oh, si! Mi piacerebbe tanto!”.
In un attimo la nuvola coprì il sole, che così non poteva più scaldare e… una dopo l’altra cominciarono a cadere tante goccioline d’acqua. Una, tre, dieci, cento, mille. Ballavano e danzavano con la loro musica…
Plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, va a bagnare tutti i fiori,
plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, fa risplendere i colori!
Il Tulipano non credeva ai propri petali! Acqua! Finalmente! In un attimo si tirò di nuovo su in piedi e iniziò a muoversi anche lui ballando con la musica:
Plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, la terra felice va a bagnar,
plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, vuol tornare verso il mar!
Anche l’erba fu felice di poter bere!
La formichina e l’uccellino invece scapparono sotto le foglie a ripararsi dalla pioggia. Finalmente le crepe della terra guarirono e si richiusero.
Gli uomini pensarono che il tempo era un po’ pazzerello, ma anche che l’acqua è davvero una cosa molto preziosa.
Il Tulipano non dimenticò più i momenti felici passati con le goccioline, e continuò a canticchiare ancora…
Plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, va a bagnare tutti i fiori,
plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, fa risplendere i colori!
Plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, la terra felice va a bagnar,
plin, pluc, plon, plac: l’acqua che scende giù dal ciel,
plin, pluc, plon, plac, vuol tornare verso il mar!”
(Roberto Grande, Racconti inediti per l’Infanzia)